Comunicato Stampa:
Politiche per la famiglia targate Pillon. A pochi mesi dal voto la regione sceglie l’ideologia, bisogna batterli nelle urne!
Terni, 16 Luglio 2024
Lo scorso 11 Luglio sono state approvate nella III° Commissione Consiliare le modifiche da apportare al Testo Unico in materia di Sanità e Servizi Sociali per la parte riguardante le politiche per la famiglia.
Un colpo di coda di questa destra che non perde l’occasione per dimostrarsi sorda alle reali problematiche che affliggono i cittadini e le cittadine della nostra Regione e che continua inesorabilmente a comprimere lo spazio dei diritti in nome di proposte ideologiche figlie di una visione superficiale e inesatta.
Sostenere che il calo demografico nella nostra Regione possa essere affrontato con assegni una tantum volti a portare avanti la gravidanza dimostra tutta l’impreparazione e la mala fede con cui questo intervento si presenta già nella sua introduzione e che peggiora le sue intenzioni quando sposta l’oggetto della norma da “le famiglie” a “la famiglia”, con un cambio lessicale che riporta indietro di decenni il nostro impianto normativo.
Una legge che non si propone di rafforzare e di ampliare i servizi delle donne della nostra Regione, che già vedono il ruolo dei consultori marginalizzato e impoverito giorno dopo giorno, ma che sancisce “la tutela della vita sin dal concepimento” inserendo preoccupanti riferimenti al lavoro congiunto dei consultori laici e pubblici con fantomatiche strutture private ad essi equiparate.
Una famiglia descritta e disciplinata in ottica completamente eteronormativa, che però non vede ciò che da anni registriamo e conosciamo, ossia il continuo aumento della violenza maschile sulle donne e che in questa proposta di modifica scompare completamente, affidando alla mediazione familiare istituzionalizzata il compito di sanare “i casi di conflittualità”, quando la Convezione di Istanbul vieta senza mezzi termini qualunque mediazione in caso di violenza.
Inoltre, non possiamo non registrare tutte le misure previste da questa modifica che vorrebbero solleticare il portafoglio dei cittadini e delle cittadine con bonus bebè, bonus centri estivi (ricordiamo che ad oggi prevedono soglie di sbarramento sulla base dell’ISEE altissime), di cui la più grave è decisamente quella che pesa sulle persone con disabilità.
In questo quadro del tutto improprio risulta il proposito di introdurre agevolazioni regionali per il welfare aziendale (uno dei più potenti fattori di crescita della sanità privata) che già gode di larghe agevolazioni economiche.
Ridurre i servizi a fronte di elargizioni economiche significa semplicemente relegare alla gestione domestica tutto il lavoro di cura delle persone con disabilità, che meritano sicuramente sostegno economico, ma che prima di tutto meritano servizi dedicati ed efficienti che aiutino la persona e i caregivers ad essere parte attiva della società e non invisibili percettori di elargizioni.
In questa proposta di modifica c’è quanto di più lontano dall’immagine della Regione che costruiremo insieme: c’è il “fattore famiglia” come indicatore della condizione reddituale sulla base della quale accedere ai servizi, c’è la “Giornata regionale della Famiglia”, ci sono specifiche previsioni per le Associazioni famigliari.
Noi faremo altro ed impediremo a questa destra a trazione Lega di approvare in Consiglio Regionale queste modifiche reazionarie e violente. Non lasceremo che l’autodeterminazione delle donne e la difesa della legge 194 siano oggetto di battaglie ideologiche, ma discuteremo con i cittadini e le cittadine delle reali esigenze che tutti e tutte sentiamo: la libera contraccezione gratuita, il congedo parentale obbligatorio per i padri, i percorsi di crescita professionale delle donne, la cui mancanza, se si vuol bene guardare, è annoverabile tra le principali cause della bassa natalità nella nostra Regione e nel nostro Paese. Basta con la sordida e sottointesa colpevolizzazione delle donne che si trovano ad affrontare una interruzione di gravidanza, se bastassero dei disincentivi sarebbe già sufficiente andare a vedere con quale difficoltà una qualunque donna della nostra Regione fatichi per accedere ai servizi che le dovrebbero essere dedicati, andare a vedere con quale superficialità la specificità dei corpi femminili è sottovalutata e messa da parte.
La bassa natalità non è sicuramente colpa delle donne ma del mancato sostegno che questa Regione offre loro, e proporre una modifica così pesante solo per elargire un po' di potere, soldi e visibilità alle Associazioni del Family Day e al business della mediazione famigliare è oltremisura indecente.
Segreteria Regionale Sinistra Italiana