Terni, 10.09.2024
Sinistra Italiana Terni condanna con forza l’annuncio dell'Arvedi Ast di sospendere nel mese di settembre per una settimana l’attività produttiva di una linea dell’area a caldo, ponendo in cassa integrazione circa 200 lavoratori, motivando la richiesta non con una flessione degli ordini ma con gli alti costi dell’energia elettrica.
Questa decisione suscita vivissima preoccupazione sia per gli effetti immediati che provoca su un ampio numero di lavoratori che subiscono un pesante colpo in termini di reddito, sia per le prospettive che fa intravedere per il territorio di Terni, già gravemente provato dalla crisi economica e dall'incertezza occupazionale.
Il costo dell’energia elettrica che deve sostenere AST per la sua attività produttiva è certamente alto, superiore a quello di cui fruiscono i competitors europei. La ragione è per noi di Sinistra Italiana molto chiara.
In Italia manca, da lungo tempo, un piano energetico nazionale. Manca perché la politica energetica è stata lasciata in mano agli oligopoli del settore energetico, ad aziende che continuano a far affidamento sui combustibili fossili, che rispondono alle logiche dei mercati finanziari e non alle esigenze dello sviluppo produttivo e del lavoro, oligopoli che impongono tariffe ai consumatori finali definite in mercati speculativi paralleli, facendo profitti stratosferici non tassati adeguatamente, infischiandosene dell’economia reale.
E’ un problema che riguarda tutta l’apparato produttivo industriale del nostro paese, ed in particolare le aziende energivore come quelle siderurgiche.
E’ altresì singolare che l’alto costo dell’energia sia da Arvedi considerato insopportabile solo a Terni. Non vorremmo quindi che nel mirino dell’azienda sia stata messa l’area a caldo di AST. Se così fosse sarebbe messa in gioco la prospettiva dello stabilimento ternano. Mentre nei programmi ravvicinati previsti a Piombino da Jindal o da Marcegaglia, si investe in aree a caldo con capacità produttive molto elevate, due o tre volte superiori a quelle attuali di Terni
L’accordo di programma è stato fin qui una occasione mancata. È stato uno strumento di propaganda elettorale piuttosto che un momento di concertazione con i soggetti del territorio di Terni e Narni, come è stato chiesto anche nella interrogazione presentata a maggio dall’on, Piccolotti, di Alleanza Verdi Sinistra che, non casualmente, non ha ricevuto risposta alcuna.
Tutto il comparto industriale della conca ternana presenta segni di difficoltà. Dall’ex Faurecia al Tubificio, dalla Sangraf all’Alcantara, a fronte di una generalizzata contrazione della domanda, crescono le dichiarazioni di esubero e il ricorso alla cassa integrazione. È il mondo del lavoro a pagare le conseguenze più dure. La Giunta Tesei e i Comuni del territorio debbono risolutamente assumere una iniziativa verso il governo per affrontare questo stato di cose.
E’ evidente che l’accordo di programma, pur necessario, per AST ARVEDI non basta più. Ci vuole un tavolo territoriale di cui il governo regionale deve tenere la regia, se ne è capace.
Sinistra Italiana è a fianco dei lavoratori dell’AST e del suo indotto, dei lavoratori di tutte le aziende in cui sono state già formalizzati o già si preannunciano esuberi e cassa integrazione, e si impegna far intervenire le proprie rappresentanze parlamentari a tutela degli interessi del lavoro e della difesa del reddito dei ceti più deboli.
Segreteria Provinciale Sinistra Italiana di Terni