“A Terni serve un No King Day contro Bandecchi: è il momento di progettare la città del futuro”

La città di Terni si trova di fronte a delle scelte che risulteranno decisive per il suo futuro. O apre finalmente gli occhi sul proprio destino, o rischia un tracollo senza precedenti. Dietro le provocazioni del sindaco-padrone, Stefano Bandecchi, si nasconde un’incapacità amministrativa sempre più evidente, che trova nel progetto stadio-clinica il suo punto più critico. Lo stesso primo cittadino ha ammesso che l’iniziativa potrebbe essere bocciata dal Tar, con il rischio di contenziosi e ricadute economiche sui cittadini. Un approccio improvvisato e opaco, che espone Terni ad anni di incertezze e la priva nel frattempo del suo stadio. 

Questa gestione spregiudicata della cosa pubblica, mascherata da interesse collettivo, mira in realtà a utilizzare risorse pubbliche per agevolare operazioni private. Esperienze passate dovrebbero bastare da monito, vedi il Palazzetto dello Sport, mai pienamente funzionante, o le Piscine dello Stadio, con le loro vicende alterne, pesano ancora oggi sulle spalle della città. Di fronte a tutto questo, Bandecchi continua a inscenare un conflitto permanente con Perugia per nascondere le proprie responsabilità e alimentare una narrazione vittimistica e autocelebrativa. Negli autoproclamati “Stati generali dell’economia” ha affermato che solo lui può salvare Terni. Ma i dati economici raccontano altro. Dopo otto anni di governi di destra, nel 2024 Terni è ultima in Italia per performance manifatturiera, registra un calo dell’8,79% nell’edilizia e una riduzione dell’1,3% delle imprese attive rispetto all’anno precedente. Altro che rinascita: la città sta affondando.

In questo contesto, è evidente il tentativo di scaricare le responsabilità sulla Regione o su presunti avversari politici, minacciando un conflitto istituzionale per ottenere approvazioni al di fuori delle regole. Ma la realtà è diversa. La giunta e le altre strutture competenti, hanno messo Terni al centro della propria azione.

Sul piano industriale, ha sbloccato l’Accordo di programma per l’Acciaieria, rimasto fermo per anni, consentendo l’attivazione di quasi un miliardo di investimenti che uniscono lavoro, sviluppo e sostenibilità ambientale. Ha inoltre destinato 15 milioni di euro al rilancio del Polo chimico.

In ambito sanitario, il Piano Sanitario Regionale prevede la realizzazione dell’Ospedale di Narni-Amelia e del nuovo ospedale pubblico di Terni con un investimento di 600 milioni di euro interamente pubblici, escludendo ogni ipotesi di project financing e proteggendo così la sanità ternana da derive speculative. È un’attenzione che la provincia non riceveva da oltre trent’anni.

Nel settore della scuola e della ricerca, la Regione ha impugnato il piano nazionale di dimensionamento scolastico per evitare nuovi tagli, ha investito oltre 8 milioni di euro su ITS e formazione e ne prevede 25 per il Campus universitario di Pentima, insieme alla riorganizzazione degli spazi per ospitare il Campus del Briccialdi al CMM, costruendo un polo integrato di alta formazione e ricerca.

Sul fronte dell’edilizia residenziale pubblica, sono stati stanziati quasi 2 milioni di euro per il quartiere San Valentino, completando un intervento che il Comune non aveva saputo portare a termine e per il quale non aveva garantito la quota di compartecipazione prevista.

Si sta invertendo la rotta anche su ambiente, cultura, inclusione e lavoro. Mentre Bandecchi trascina la città nel degrado e nella confusione, la Regione lavora per restituirle dignità e prospettiva.

Occorre però fare un passo ulteriore, unire tutte queste azioni in un progetto complessivo, chiaro e partecipato, “Un’Umbria per Terni” che diventi piattaforma di sviluppo condiviso. Se le istituzioni regionali e le forze sociali e politiche sono state escluse dagli “Stati generali” del sindaco, è il momento di costruire un nuovo spazio di confronto, un vero “No King Day” che liberi le energie migliori della città e restituisca ai ternani la possibilità di decidere del proprio futuro. 

Alle forze politiche che governano la Regione spetta il compito di indicare una via d’uscita dal vicolo cieco in cui Terni è stata trascinata. Serve una nuova progettualità condivisa, capace di immaginare anche un nuovo stadio pubblico, sostenuto da investimenti trasparenti e regolari, come avvenuto in molte altre città italiane.

Terni ha le risorse e le competenze per rialzarsi. Occorre un cambiamento netto di metodo e una visione comune. Sinistra Italiana Umbria invita tutte le forze politiche e civiche a unirsi per liberare la città dal blocco attuale e restituirle un futuro all’altezza della sua storia industriale e del suo ruolo guida nel sud dell’Umbria.


Federica Porfidi

Segretaria regionale di Sinistra Italiana Umbria