BUON NATALE AI BILANCI! CHE NATALE SARÀ PER I LAVORATORI?
Questo Natale, per i lavoratori di Unicoop Etruria-Superconti, Forvia, Moplefan Alcantara, Ternana e Sangraf, c’è davvero poco da festeggiare.
E no, non è “il solito vittimismo”: è la fotografia di un territorio dove, mentre si parla di crescita e competitività, a pagare sono sempre gli stessi. Quelli che tengono in piedi reparti, turni, magazzini, negozi e produzione.
La verità – detta senza giri di parole – è che a molti toccherà un Natale fatto di ansia, di conti rifatti mille volte e di un futuro appeso a decisioni prese altrove. Un Natale in cui la serenità diventa un lusso: sapere se a gennaio ci sarà lo stipendio pieno, se il posto di lavoro reggerà, se dietro parole come “riorganizzazione” non si nasconda l’ennesimo scaricabarile su chi sta in basso.
Il punto più duro, quello che nessuno mette nei comunicati rassicuranti, è che qui non “manca la fortuna”: manca un modello economico e industriale che stia in piedi. Se un lavoratore arriva a dover dire a casa “quest’anno non ci sono soldi”, a spiegare ai figli che certi regali non si possono fare, a rimandare una visita o una spesa necessaria, non è una colpa individuale né un incidente di percorso. È il segno di un sistema che premia il profitto di breve periodo e scarica ogni rischio su chi lavora. E quando succede dopo anni di turni, festivi, straordinari e sacrifici, la parola giusta non è “flessibilità”: è fallimento.
E tutto questo per cosa? Per la solita corsa al profitto di breve periodo, per bilanci e strategie costruite sulla carta e non sulla vita reale delle persone. Per piani industriali deboli, opachi o non credibili, che trasformano i lavoratori in una variabile di aggiustamento: oggi cassa integrazione, domani tagli, dopodomani esternalizzazioni, e intanto si tira avanti a colpi di emergenza.
In mezzo ci sono anche politiche del lavoro che, invece di proteggere chi lavora, spesso finiscono per indebolirlo: meno tutele, più precarietà, più ricattabilità. E così il messaggio diventa sempre lo stesso: “se va male, paghi tu; se va bene, il merito è di altri”. È un modello ingiusto e tossico, che produce paura, isolamento, rassegnazione.
Noi diciamo che non deve passare come normale. Non può essere normale che il Natale – che dovrebbe essere tempo di serenità – diventi la stagione del “vediamo come va”, del “speriamo”, del “non sappiamo”. Non può essere normale che a Terni e nel ternano si continui a giocare con la vita delle persone mentre si inventano parole eleganti per chiamare la stessa cosa: tagli, compressione dei salari, precarietà. Terni non può continuare a essere trattata come un distretto usa-e-getta.
Per questo, come Sinistra Italiana Terni, stiamo dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici: con una richiesta semplice. Piani industriali veri, trasparenti e verificabili, con responsabilità chiare. Tutele e salario come priorità, non come concessione. Chiediamo a imprese e istituzioni di assumersi responsabilità chiare: tavoli, tempi, garanzie.
Ma diciamo anche di più: qui non basta “mettere una toppa” azienda per azienda. Serve un grande impegno collettivo della comunità regionale per costruire una prospettiva di nuovo sviluppo per la Conca ternana, fondata su transizione ecologica e tecnologica, economia circolare, alta formazione e ricerca avanzata. Perché l’unico modo serio di difendere lavoro e dignità, oggi, è creare futuro: non inseguire emergenze infinite.
Emiliano Listanti
Segretario provinciale Sinistra Italiana Terni