APPELLO ALLA CITTÀ DI TERNI

Di fronte all’ennesima dichiarazione abominevole del Sindaco Bandecchi — che arriva a esprimere concetti irripetibili sulla situazione palestinese e perfino sulle donne e le bambine di Gaza — proviamo disgusto ed esprimiamo la più ferma condanna.
Non possiamo più accettare che chi siede nella sua Giunta e nella sua maggioranza in Consiglio comunale rimanga in silenzio e non trovi la dignità di prendere le distanze e rassegnare le dimissioni, ponendo fine a questo delirio.

Chiediamo che gli organi di controllo si esprimano e pongano un argine allo scempio della rappresentanza istituzionale. Ricordiamo che l’articolo 54 della Costituzione afferma:
“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore.”

Con le sue parole, il Sindaco non solo non rispetta la tragedia del genocidio in corso a Gaza, ma tradisce ancora una volta quel dovere.
Questa violenza verbale, rivolta contro una popolazione e un’espressione religiosa, ignora la delicatezza della fase internazionale e mette a rischio la tenuta civile della nostra comunità. La città di Terni, come ha dimostrato ancora una volta Venerdì 19 e lunedì 22 settembre, è migliore di così: ha espresso sentimenti opposti a quelli del Sindaco — pace, solidarietà, rispetto della dignità umana.

C’è un ulteriore aspetto che non possiamo più tollerare: l’ostentazione di un machismo aggressivo da parte del Sindaco, che usa un linguaggio sessista e svalutante, finendo per colpire la dignità delle donne e ad alimentare una cultura che normalizza la violenza di genere attraverso la violenza verbale. Le istituzioni devono essere il primo luogo in cui si pratica il rispetto, non il terreno dove si sdoganano stereotipi e prepotenze.

Terni ha una storia di impegno civile, solidale e contro la violenza, una rete preziosa di associazionismo: chi rappresenta la città, se non sa fornirlo, potrebbe almeno prenderne esempio. Il silenzio di chi governa al suo fianco equivale a complicità.

Cosa chiediamo, insieme

  1. Dimissioni del Sindaco Bandecchi.
  2. Dimissioni degli assessori e dei consiglieri del Comune e della Provincia di Terni che non condividono questa deriva e rifiutano di esserne corresponsabili.
  3. Intervento degli organi di controllo competenti, a tutela del decoro e del corretto esercizio delle funzioni pubbliche.
  4. Incontro con il Prefetto — che chiederemo formalmente — affinché garantisca che la spregiudicatezza del Sindaco non ricada su tutte e tutti i ternani.
  5. Adozione di un Codice di condotta contro sessismo, razzismo e discorsi d’odio per Comune, partecipate e organismi collegati, con formazione obbligatoria per Giunta, Consiglio e dirigenti.

Terni non è la somma di insulti e provocazioni, né può essere trascinata nel fango da chi la rappresenta pro tempore. La città merita rispetto.